Sento ancora la nota acerba di una primizia, scorrendo la tracklist della colonna sonora di Singles. All’epoca non conoscevo nessuno di quei nomi, non sapevo che avrebbero avuto vita breve, né che sarebbero rimasti con me a lungo. È vero, le rockstar muoiono continuamente. Ma quelle più amate dalla generazione X sembrano afflitte da una particolare vulnerabilità. Mentre i nostri padri si dimostrano coriacei come Mick Jagger, e i Millenial sfoggiano un istinto di sopravvivenza degno di Hunger Games, a noi restano i fantasmi di una generazione perduta. Che non ha fatto la grande guerra, ma ha visto fallire un’idea di futuro. In quegli anni, il mondo che conoscevamo è entrato in crisi, e abbiamo creduto alla promessa che sarebbe tornato come prima, se avessimo fatto i compiti. “I sogni non sono mai stati la risposta” cantava Chris Cornell in Seasons.
Eppure nella sua voce c’era anche altro. Amanda Petrusich scrive che, nel modo in cui sale, su “behind” si avverte distintamente la preoccupazione, “ma c’è anche qualcosa di davvero gentile. Come se ci stesse dicendo che sarà sempre qui con noi, con tutti quelli che sono rimasti indietro. È così che possiamo ricordarlo”.
Qui l’articolo completo di Amanda Petrusich per il New Yorker:
Chris Cornell had an unforgettable vulnerability.